giovedì 31 dicembre 2015

Si salvi chi può

Oggi vi parlerò di lei, ma con moderazione.
Lei era (è) una persona con oltre una decina d'anni più di me. Professionista affermata, madre di famiglia, sposata con un uomo straordinario che la ricopriva di attenzioni quando stava male. Era impegnata su molti fronti e riusciva a tenere tutto insieme. Non so come. La sera alle 21.30-22 era già a letto perchè alle sei si alzava. Colazione con i bambini, che venivano accompagnati poi a scuola dal marito, e via in strada verso un meraviglioso posto di lavoro situato nel paese di Lontano.
Lei talvolta era anche un po' giramondo. Perchè ci sono lavori che fai in tanti posti diversi e lei faceva uno di quei lavori lì.
L'ho conosciuta, per lavoro, in un periodo della mia vita in cui andavo raccattandone i cocci. Stavo veramente male. Non ricordo quando, scavando  nella miseria della mia esistenza, ho pensato che avrei voluto una vita come la sua, ma ricordo di averlo pensato con grande intensità. Volevo un lavoro come il suo, in un posto di lavoro come il suo, una famiglia come la sua, un compagno di vita come il suo.
Pochi giorni prima di partire per tornare a casa mia, a ore e ore di viaggio da lì, pensai che nulla poteva cambiare se non ero io la prima a cambiare. Stavo fumando seduta sul balcone. Guardai la sigaretta e decisi che quella sarebbe stata l'ultima e che non avrei più risposto ad alcun messaggio di quel cretino psicopatico cui avevo permesso di rovinarmi la vita per cinque mesi. Così è stato.
Il giorno prima della partenza ho ricevuto una mail in cui venivo informata che la struttura in cui Lei lavorava era interessata ad avermi come tirocinante. Un mese dopo conoscevo B., che come età è molto più vicino a Lei che a me e che probabilmente un mese prima non avrei nemmeno preso in considerazione.
Sono passati diversi anni. Non sono stati anni facili, anzi. Se mi guardo indietro vedo notti insonni, studio matto, turni di lavoro massacranti e vita sociale ridotta a mero ricordo.
Perchè tutto questo discorso? Perchè quest'anno più che mai, io ho pensato a Lei. Perchè ho cominciato anche io a lavorare per lo stesso datore di lavoro, anche io vado a letto alle dieci perchè non mi reggo in piedi (ecco, scoperta dell'anno: non era per i bambini che si andava a letto tanto presto), anche io mi alzo alle sei e anche io mi sparo un sacco di strada per andare a lavorare.... e ironicamente ho pensato che ok, volevo una vita come la sua, ma non proprio uguale uguale.
Quest'anno è stato pieno di tanti altri cambiamenti inaspettati. Da quando ho spento quell'ultima sigaretta è come se la mia vita fosse stata risucchiata in un vortice in cui spazio, tempo ed eventi seguono leggi tutte loro. È il mondo degli adulti o sono io?
In ogni caso, un giorno come questo è un ottimo giorno per pensare a Lei. L'anno appena passato è stato un massacro, io sono esausta e arrabbiata col mondo intero perchè non sono più padrona della mia vita... e quindi, a maggior ragione, mi sforzo di guardare ciò di cui dovrei essere felice e non le ragioni per cui sono tanto arrabbiata.
Sogno un 2016 in cui, oltre a non fumare più, oltre a non permettere a soggetti disturbati di trattarmi come pezza da piedi, oltre a fare un sacco di cose che adoro, oltre a tutto questo, insomma, io riesca anche a godere veramente delle piccole cose e non le veda (come spesso accade, ahimè) solo come un impiccio che mi porta via tempo per il lavoro. In cui riesca ad essere veramente felice e grata per ciò che ho costruito - sto costruendo e a non essere l'ennesima donna in carriera sclerata, incazzata col mondo, insoddisfatta e intrattabile.
Buon anno a tutti voi, miei cari compagni di blog.




venerdì 25 dicembre 2015

Concerto d'apertura dei Metallica al compleanno del piccolo Jesus.

lunedì 21 dicembre 2015

mercoledì 16 dicembre 2015

Ah, ecco che cosa significa durare nel tempo, pensai. Non è solo qualcosa di solido e sicuro. È come un fiume che è sempre lì, che inghiotte tutto, e che continua a scorrere come se niente fosse mai accaduto.

- B. Yoshimoto, Ricordi di un vicolo cieco.

domenica 13 dicembre 2015

C’è un ordine segreto. I libri non puoi metterli a caso. L’altro giorno ho riposto Cervantes accanto a Tolstoj. E ho pensato:
“Se vicino a Anna Karenina c’è Don Chisciotte, di sicuro quest’ultimo farà di tutto per salvarla.

- E. Scola

 

venerdì 4 dicembre 2015

È una delle tesi decisive di Sant'Agostino: l'amore non è cupiditas, non è consumo avido dell'Altro, ma è un dono di sè che accresce innanzitutto chi lo compie.

- M. Recalcati, Non è più come prima.

martedì 1 dicembre 2015

La clinica psicoanalitica scopre però l'acqua calda quando verifica come la ricerca compulsiva del Nuovo non sia affatto una espressione di libertà, ma una nuova schiavitù, l'esito di un comandamento ideologico ("Godi!") a cui il soggetto è drasticamente sottomesso.

- M. Recalcati, Non è più come prima.

sabato 28 novembre 2015

Non pensi quale meraviglia sia il corpo di un essere vivente, e quale stupefacente meccanismo racchiude? Pensa alla capacità del suo cervello di elaborare pensieri, ai suoi occhi di percepire le cose, ai suoi orecchi di udire i suoni, al suo cuore di pulsare, ai suoi polmoni di assorbire l’aria, ai suoi reni di filtrare il sangue. Pensa a questo capolavoro dell’universo che sarà annientato per sempre, a causa tua. Considera la tua vita e paragonala a quella degli animali allevati. La tua lunga vita è piena di tante cose, ma nella sua brevissima esistenza un animale d’allevamento non conosce che privazione e sofferenza. Mentre tu sei in una casa confortevole, pulita e riscaldata, al coperto dal freddo, dal gelo, dal vento, dalla pioggia; mentre tu dormi in un letto morbido e caldo; mentre ti svaghi, ti diverti, giochi, leggi, l’animale è li, al buio, incatenato senza potersi muovere e senza il conforto di potersi avvicinare al suo simile. L’animale non fa nulla, perché non può fare nulla, solo aspetta, nel buio della notte, mite, paziente, tra i suoi stessi escrementi, e non ha nulla se non la sua stessa vita. In una solitudine abissale, soffre in silenzio, in un dolore che non sa spiegarsi e contro il quale è senza scampo. E senza la possibilità di essere salvato si avvia impotente verso la morte.

- M. Hack, Perché sono vegetarian.

giovedì 26 novembre 2015

martedì 24 novembre 2015

La maggior parte delle donne sa cosa vuol dire sentirsi ogni giorno sempre più invisibile.

- Chuck Palahniuk, Invisible Monsters. 

mercoledì 18 novembre 2015

Era Norwegian Wood dei beatles in una annacquata versione orchestrale. E come sempre mi bastò riconoscerne la melodia per sentirmi turbato. 

- H. Murakami, Tokio blues Norwegian Wood.



venerdì 13 novembre 2015

Perché indugi in malinconie inessenziali?

- I. Calvino, Le città invisibili.

mercoledì 11 novembre 2015

Tu appartieni a me, anche se non dovessi vederti mai più.

- F. Kafka, Lettere a Milena.

domenica 8 novembre 2015

Ma tu sei cinico o no?
Io sono infelice. Forse se fossi davvero cinico starei meglio.
- C. Bukowski.

giovedì 5 novembre 2015

Ma più inscenavo questa farsa più mi sentivo diverso. Il solco che mi divideva dagli altri si faceva più profondo. Da solo ero felice, con gli altri dovevo recitare.

- N. Ammaniti, Io e te



Piccolo appunto doveroso:
Io Ammaniti lo adoro, ma questo libro l'ho vissuto veramente male. Mi è parso che affrontasse con faciloneria ed eccessiva superficialità una questione drammatica come la dipendenza da droga e, ci aggiungerei, non penso che Ammaniti sia una persona superficiale o non sia un buono scrittore, ma che non abbia proprio centrato la questione o che - cosa non da escludere - abbia toccato un tema a me troppo vicino senza riuscire a trasmettermi ciò che in prima persona ho vissuto.

Ho trovato questo libro così disturbante che, dopo averlo finito, l'ho passato ad un amico fanatico anche lui di Ammaniti dicendogli: "Tienilo pure, non mi è piaciuto"... quindi non posso nemmeno rileggerlo per dargli una seconda chance.
Certo che se ripenso a "Come Dio comanda", "Ti prendo e ti porto via" e "Io non ho paura" mi vien male al cuore a farci il paragone.
 

lunedì 2 novembre 2015

Siamo irrimediabilmente diversi, ed è bello incontrare gente diversa, ma forse è impossibile capirla fino in fondo. Come in quella canzone incredibile dei Cure dove lei è bellissima e il povero la guarda ammirato e lei si sente offesa e Robert Smith dice: « Ecco perchè ti odio »

- E. Brizzi, Jack Frusciante è uscito dal gruppo.

venerdì 30 ottobre 2015

Centochiodi


Se mi volto indietro vedo solo pagine di libri, una vita tutta di carta. […] Tutti i libri del mondo non valgono un caffé con un amico.

mercoledì 28 ottobre 2015

E quando tutti i giorni diventano uguali è perché non ci si accorge più delle cose belle che accadono nella vita ogniqualvolta il sole attraversa il cielo.

- P. Coelho, L'alchimista.

domenica 25 ottobre 2015

Poi c’è il silenzio, quello pesante di chi sta dicendo che non ti vuole nella sua vita. E se non è adesso, non cambierà idea tra qualche giorno, settimana, mese o anno. Un silenzio insostenibile, a cui si risponde solo voltandogli le spalle e tornando nella tua, di vita.

Citazione presa QUI.

venerdì 23 ottobre 2015

Con questo però non intendo dare ai miei insegnanti la colpa della mia ignoranza, o ai libri la colpa delle mie illusioni.

- P. Roth, La mia vita di uomo.

mercoledì 21 ottobre 2015

Ci si accontenta della mediocrità, come di un rifugio, quando si perde la speranza di realizzare la bellezza dei propri sogni.

- G. Flaubert.

lunedì 19 ottobre 2015

Corsi in miracoli...

Ovvero tutto ciò che mi circonda non ha alcun senso.

Qualche anno fa un mio caro amico con una spiccata curiosità verso il mondo mi parlò di un libro che, ad oggi, aspetta ancora fra i miei scaffali. Il libro in questione si chiama A course in Miracles ed ha una storia ben strana. Parte tutto da una psicologa che, di punto in bianco, comincia a sentire una voce insistente ripetere, nella sua testa: This is a course in miracles, please take notes. Passano quasi sette anni prima che lei si decida a trascrivere ciò che la voce interiore le dice.
A detta del mio amico, il corso opera un decondizionamento e la sua lettura non è impresa semplice, perchè arrivati ad un certo punto si creano delle resistenze talmente forti da causare, spesso e volentieri, un'interruzione.
A course in Miracles. Chissà se un giorno ti leggerò veramente, o se rimarrai lì a prendere polvere fino a quando non verrai rivenduto o regalato...
Quando l'ho avuto fra le mani, in verità, una sbirciatina al libro l'ho data. È diviso in lezioni che devono essere portate avanti anche per diversi giorni (la fretta è nemica dei cambiamenti reali così come delle cose ben fatte).
La prima lezione - se non ricordo male - consisteva nel prendersi del tempo, osservare la realtà intorno a sè e ripetersi che non aveva alcun senso. Non ha senso questa stanza in cui sono. Non ha senso lo schermo che sto osservando ora. Non ha senso scrivere parole su uno schermo. Non ha senso l'apparecchio elettronico alla mia sinistra, che uso per comunicare col resto del mondo. Non ha senso nemmeno comunicare col resto del mondo. Ecc.
Mi è rimasta impressa, questa cosa del nonsenso. L'ho sempre trovata molto vera. La costruzione di significati passa dalla nostra esperienza della realtà, dal nostro rapporto con gli altri, dalla comunità sociale in cui siamo inseriti. Dal nonsenso proveniamo e nel nonsenso continuiamo a esistere, solo che non riusciamo più a rendercene conto. Siamo intossicati di significati che crediamo assoluti ma sono puramente arbitrari.
Ci sono giornate, come questa, in cui la realtà mi pare tanto densa di nonsenso da poterlo toccare. Giornate di full immersion nell'autismo in cui poi, scontrandomi con la vita degli altri, la vedo solo stonata e priva di senso... A volte mi sento spaccata fra due mondi così diversi e inconciliabili, sento che la mia realtà non è quella di tutti gli altri. I miei bambini sono sempre con me. Anche quando non ci sono. Sono con me quando guardo i miei coetanei, a 30 anni suonati, passare il sabato sera a fare foto con smorfie per caricarle su Facebook trovandola una cosa estremamente divertente. Sono con me quando il mio migliore amico mi parla di quanto scopa. Sono con me quando esco con un gruppo di conoscenti e l'unico argomento della serata è che cesso stratosferico sia la fidanzata dell'amico X. Sono così tanto con me che la conseguenza diretta è stato un mio progressivo allontanamento da quella parte di mondo così priva di senso e una mia presenza sempre più forte in un mondo popolato da piccoli principi silenziosi, fatine coraggiose che hanno perso la lingua, madri carroarmato e fili di ragnatela a fare da speranza: tanto esili quanto forti e resistenti. Nonostante tutto. Nonostante la realtà del resto del mondo remi contro. Nonostante l'evidenza dei fatti. Speranze a cui aggrapparsi con tutte le proprie forze.
Uno dei compiti più difficili, per un adolescente che si affaccia nel mondo degli adulti, è trovare il proprio posto. Quello che nessuno dice, agli adolescenti, è che una volta diventati adulti - quando lo si diventa, of course - si può anche scoprire che il proprio posto non è nel mondo che avevano sbirciato, ma in un mondo totalmente diverso, carico di significati diversi. Tanto da rendere assolutamente privo di senso e attrattive quell'altro, di mondo.

E ora possiamo passare alla seconda lezione.

domenica 18 ottobre 2015

vivere

Vivere è stare svegli,
e concedersi agli altri,
dare di sé sempre il meglio,
e non essere scaltri.
Vivere è amare la vita,
coi suoi funerali e i suoi balli,
trovare favole e miti
nelle vicende più squallide.
Vivere è attendere il sole
nei giorni di nera tempesta,
schivare le gonfie parole
vestite con frange di festa.
Vivere è scegliere le umili
melodie senza strepiti e spari,
scendere verso l’autunno
e non stancarsi d’amare.
[Angelo Maria Ripellino, Poesie, Torino, Einaudi 1990, p. 21]

giovedì 15 ottobre 2015


Ho contattato un venditore di Ebay, l'altro giorno. Dovevo acquistare degli aghi butterfly e vendeva un lotto da 100 aghetti. Gli ho chiesto se il lotto fosse per dimensione o se fosse misto. Lo so, è una domanda veramente cretina. Mi sono sentita molto stupida a farla, però ho pensato che il mondo è così assurdo e carico di nonsense... quindi mi sono fatta coraggio e mi son detta: meglio una domanda stupida che un pacco di 100 aghi di ogni dimensione.
Già che c'ero, gli ho pure chiesto se acquistandone 200 ci sarebbero state maggiorazioni nelle spese di spedizione. Aumentando peso e volume...
Mi sono fatta coraggio e ho premuto invio.

Oggi il venditore mi ha risposto.
Dice, il venditore, che il costo del lotto di aghi è quello e mica mi può fare uno sconto se ne prendo 200. Fine della risposta.

Ora, oltre che stupida, mi sento anche tanto incompresa.
Incompresa come quando chiedo un panino vegetariano e mi rispondono "con la bresaola va bene?". Ecco.

lunedì 12 ottobre 2015

"A me è molto chiaro. Quel tipo di persone vanno avanti per stereotipi. Pensare che una persona, solo perchè sta sempre in casa e non si muove molto, o perchè fa una vita regolare e a vederla sembra tranquilla, è una persona semplice, chiusa e limitata anche internamente, riflette una mentalità incredibilmente meschina. Però la maggior parte delle persone ragiona così. Anche se il cuore ha la potenzialità di espandersi in qualunque direzione. Ci sono talmente tanti che non provano neanche a immaginare quale tesoro giace addormentato dentro le persone"

- B. Yoshimoto, Ricordi di un vicolo cieco.

venerdì 9 ottobre 2015

Non so da quanto tempo non assaporavo un autunno così trasparente e magnifico. E poi per me che avevo un posto dove tornare, in fondo la depressione era un capriccio.

- B. Yoshimoto, Ricordi di un vicolo cieco.

mercoledì 7 ottobre 2015

Lei ha qualche problema basilare, che gliene ha attirati parecchi altri, come un magnete. È per questo che se una donna ha appena un minimo di buon senso, fugge da lei più in fretta che può.

- H. Murakami, L'uccello che girava le viti del mondo.




Anche Murakami è a favore della fuga a gambe levate dai tizi problematici.

martedì 6 ottobre 2015

Adesso lo capisco. Che in quel momento, cioè quando mi trovavo nel punto più basso della mia situazione, ero al massimo della felicità. Potrei persino custodire il tempo di quel giorno in un cofanetto come l'oggetto più prezioso della mia vita. La felicità arriva all'improvviso, indipendentemente dalla situazione e dalle circostanze, tanto da sembrare spietata. In qualsiasi condizione, e con chiunque ti trovi. Non puoi prevederla in nessun modo. E' impossibile crearsi la felicità da soli, secondo i propri desideri. Può arrivare un attimo dopo, oppure non arrivare, per quanto uno possa aspettare. È imprevedibile come lo sono le onde e il tempo. I miracoli sono sempre in attesa, senza fare distinzione per nessuno. Ma questa era l'unica cosa che ancora non sapevo.

- B. Yoshimoto, Ricordi di un vicolo cieco.

sabato 3 ottobre 2015

"Ho un piccolo orologio con la loro immagine" dissi. "Stanno davanti a un fusuma, nella stanza di Nobita disseminata di Manga, e leggono tutti sorridenti. Nobita è sdraiato a pancia in giù, appoggiato su un cuscino piegato a metà, i gomiti a terra, e Doraemon è seduto con le gambe incrociate e, mentre legge, mangia dorayaki. Sarà per il rapporto fra loro due, con Doraemon che fa lo scroccone, sarà perchè la scena è quella di una tipica famiglia giapponese, ma penso sempre che questa sia l'immagine della felicità."

- B. Yoshimoto, Ricordi di un vicolo cieco.

mercoledì 30 settembre 2015

Questa accelerazione maniacale del tempo rende la promessa amorosa del "per sempre" risibile, ingenua, finanche stupidamente superstiziosa. I legami sono tritati nella logica del Nuovo che rende lo Stesso - in tempi sempre più accorciati - uno scarto del passato da sostituire il più rapidamente possibile. La semplice epidemiologia dei rapporti di coppia lo dimostra: gli esseri umani fanno sempre più fatica a permanere in un legame nel tempo. Le separazioni si moltiplicano, i coniugi o i conviventi si lasciano con sempre maggiore frequenza per ricongiungersi in altri legami o vivere più spensieratamente la propria libertà. È una cifra del nostro tempo. La nostra epoca è l'epoca, come afferma giustamente Bauman, degli amori liquidi. È l'epoca del libertinaggio come inedito dovere superegoico. Al posto del patto simbolico che lega gli amanti - di cui la fede nunziale è un simbolo alto - si afferma un cinismo disincantato che vede ogni legame come "a tempo", destinato a scadere e ad essere ricambiato da un nuovo legame. Si cerca il Nuovo che rompa l'abitudine, la noia del familiare, l'ordinarietà anonima dell enostre vite. Si cerca la spezia dell'innamoramento per condire una vita senza desideri.

- M. Recalcati, Non è più come prima.

lunedì 28 settembre 2015



E se potessimo piazzarci sotto degli hashtag nonsense, stile facebook, quali useremmo??

#traumiinfantili #osavanochiamarlamoda #giuroètuttovero #correvalanno2006 #mammamiastomale

sabato 26 settembre 2015

Se il divieto del Padre colpisce la donna-madre, esso alimenta nel soggetto la spinta a ricercare l'oggetto del desiderio fuori dalla giurisdizione della famiglia come luogo di oggetti interdetti. È da questo divieto originario che prende corpo la scissione tra la corrente di tenerezza e quella sessuale che si prolungherà nella vita del soggetto come due linee parallele che anche se prolungate all'infinito non potranno mai incontrarsi: la donna amata non potrà coincidere con la donna del desiderio.
Quello che forse Freud non aveva previsto è che questa degradazione comune della vita amorosa non è più oggi a carico esclusivo del sesso maschile, ma si estende anche al mondo femminile. [...] La libertà sessuale guadagnata faticosamente dalle donne rischia così di ricalcare i passi falsi della nevrosi maschile: vivere il partner come un limite, aspirare a un legame al di là del quadro familiare come sola possibilità di praticare in modo vitale e non ripetitivo il desiderio sessuale.

- M. Recalcati, Non è più come prima.

giovedì 24 settembre 2015

Il corpo della madre come luogo dei primi intensi vissuti amorosi del bambino viene interdetto al desiderio. Questa inconciliabilità tra amore e desiderio sessuale conduce gli uomini a trasformare le loro compagne in madri e a ricercare la passione erotica in donne esterne alla famiglia fantasmizzandole come donne del sesso senza amore. È la disgiunzione classica tra la donna amata, madre dei propri figli e compagna di una vita, e la donna-puttana con la quale si può vivere con intensità ogni genere di passione erotica.

- M. Recalcati, Non è più come prima.
La vita è un processo di continua crescita. Si conoscono persone, si perdono persone, e in tutto questo noi evolviamo. Aumentano le finezze, le attenzioni verso il benessere dell'altro, capiamo che alcune cose non vanno date per scontate. Il peso che una parola o una leggerezza possono avere nel rapporto con l'altro...
Tra meno di un mese sarò lontana da qui. Sto guardando i libri, scegliendo quelli da portare via con me.
Questo penso rimarrà qui... mi chiedo se avrò mai la forza di leggerlo...

Il lupo della steppa - Hesse


Lui mi diceva sempre che io ero l'unica in grado di capirlo. Io non ho mai avuto il coraggio di contraddirlo. Ho passato tre anni della mia vita sentendomi un'impostrice. Non so se lo fossi veramente. Forse avevamo due idee di "capire l'altro" molto diverse. Forse, per ciò che intendeva lui, io veramente lo capivo...

lunedì 21 settembre 2015

Klimt e il vet

Il mio gatto, quando va dal veterinario, ha la stessa identica espressione che ha il mio amico Marzio quando dico una stronzata. Quella faccia in cui si vede che sta pensando delle cose brutte su di te, ma evita di aprire bocca perchè non vuole ferire i tuoi sentimenti.
Quella che ha quando sembra chiedersi come fa ad avere amici così cretini. Lui, in genere, quando fa quella faccia lì non ti guarda negli occhi, ma sposta lo sguardo in terra e annuisce con la testa.
Gli ho mandato la foto di Klimt facendogli notare la somiglianza. Mi ha risposto, senza troppi giri di parole: "Tu non avresti quella faccia lì se B. ti abbandonasse a inizio agosto?"
In effetti.
Ad essere onesti, mi sono accorta che lui nelle foto ha sembre la faccia di quello con le palle girate. O dello psicopatico serial killer.

Klimt in una foto con la volontaria che si è presa cura di lui.
La volontaria, di fianco a lui, sorrideva tutta felice. Lui... beh...
lui aveva la sua solita faccia.

venerdì 18 settembre 2015

Il platonismo disperato di chi coltivava in segreto le sue passioni inibite di fronte ad una realtà frustrante ha lasciato il posto alla disinibizione diffusa e alla moltiplicazione in piena libertà delle esperienze sessuali e amorose.

- M. Recalcati, Non è più come prima.

martedì 15 settembre 2015

Il dono più prezioso che ho avuto dal matrimonio è stato questo continuo impatto con qualcosa di molto vicino e intimo e tuttavia sempre inconfondibilmente altro, resistente - in una parola, reale.

- C. S. Lewis, Diario di un dolore.

sabato 12 settembre 2015

Nessun amore, nemmeno quello che vive nella promessa del "per sempre", è al riparo dal rischio della fine, perché ogni amore umano implica sempre l'esposizione assoluta all'Altro che non esclude mai la possibilità del suo ritiro e della sua scomparsa.

- M. Recalcati, Non è più come prima.

mercoledì 9 settembre 2015

Come diavolo fai a dire che ami una persona sola, quando al mondo ce ne sono milioni che potresti amare molto di più, e la sola stronzata che ti fa parlare è il fatto che non le conoscerai mai nella tua vita?
L'amore è una forma di pregiudizio, si ama ciò di cui si ha bisogno.

- C. Bukowski, Storie di ordinaria follia.

lunedì 7 settembre 2015

Amici miei...

Notti di cultura

Programma: visione di un documentario sulla purga anticomunista indonesiana e discussione di gruppo.

Svolgimento:

Ail incontra B. per cenare insieme prima dell'arrivo di Teo e Charlie.
Ail parla di altro.
Ail parla di altro.
Ail parla di altro.
In ritardo, Ail e B. cominciano a stendere la pizza.
Arriva Sorella, di passaggio prima di uscire, sostenendo che non cenerà perchè non ha tempo.
Ail chiede a Sorella di avvisare Charlie e Teo di tardare mezz'ora per riuscire a cenare prima di vederli.
Ail prende la bottiglia di olio evo.
La bottiglia di olio evo decide di farla finita e si lancia sul pavimento.
B. stende la pizza.
Ail si butta a terra.
Sorella prende la carta per pulire.
B. prepara la prima teglia.
Ail comincia a girare su se stessa strappandosi le vesti e gettandosi la terra sul capo (si ringrazia le mille e una notte per lo spunto).
Sorella va a prendere il secchio.
B. stende la pizza.
Ail toglie l'olio e i frammenti di vetro.
Sorella lava il pavimento.
B. stende la pizza.
Sorella rilava il pavimento.
Ail ririlava il pavimento.
Sorella va a farsi una doccia.
B. prepara la seconda teglia.
Ail e B. infornano la prima pizza.
Sorella esce dalla doccia e mangia la pizza.
B. mangia la pizza.
Ail mangia la pizza.
Seconda infornata.
Sorella mangia ancora la pizza.
Arriva Teo, Ail si alza da tavola per aprirgli.
Teo mangia la pizza.
Arriva Charlie, Ail si alza da tavola per aprirgli.
Charlie mangia la pizza.
Sorella se ne va.
Discussione collettiva su quale sia il gusto migliore di marmellata.
Ail prepara una torta (???).
Charlie lecca il vasetto della marmellata.
Momento di visione in gruppo di un video di scherzi di cattivo gusto.
Inizio visione documentario.
Ail sforna la torta.
Teo mangia la torta.
Charlie mangia la torta.
B. mangia la torta.
Ail mangia la torta.
Ail appoggia la testa sul divano.
Ail apre gli occhi e vede dei titoli di coda.
B. e gli altri salutano Ail impietositi.
Ail si trascina fino al letto.

sabato 5 settembre 2015

Tomo-chan aveva pochi amici, ma vi erano infinite cose e persone che considerava importanti: dai suoi colleghi di lavoro ai genitori, al suo pappagallo, al pothos che curava personalmente, ai film d'amore.
Tutte le cose e le persone che le stavano a cuore formavano un anello intorno a lei: questa per Tomo-chan era la vita.

- B. Yoshimoto, Ricordi di un vicolo cieco.

mercoledì 2 settembre 2015

Una donna che ha subito violenza diventa, di solito, diffidente nei confronti degli uomini. Ma Tomo-chan non lo era.

- B. Yoshimoto, Ricordi di un vicolo cieco.

Promemoria: non sottovalutare le conseguenze dell'amore.

Hanno abbandonato un gatto, ad agosto, in un paesino in provincia di Bergamo. Ignoto ha aperto la portiera della sua auto e ha fatto uscire la creatura, partendo a tutta velocità per non farsi seguire. La creatura, probabilmente, era un gatto d'appartamento. Uno di quei gatti che non è mai andato al di là del proprio balcone. Non ci si spiega, altrimenti, la costanza con cui è rimasto fermo per quasi cinque giorni sul tappeto d'ingresso di un condominio aspettando. Senza esplorare. Senza farsi un giro. Era inizio agosto e faceva un caldo soffocante. Il gatto è rimasto lì, indesiderato dai condomini (e come dar loro torto, ad un certo punto) e con il cibo portato da una volontaria che veniva da loro buttato via affinchè sloggiasse. Dopo alcuni giorni è stato trovato uno stallo nel milanese.
Poco dopo sono entrata in scena io. Avrei potuto, fino a poche ore prima di vederlo, elencarvi fior fior di motivi per cui no, un gatto proprio no. Potrei anche adesso, in verità. Eppure quando ho visto la sua foto qualcosa si è smosso. Ne ho visti tanti, di gatti in cerca di casa, ma non mi hanno mai toccato più di tanto perchè io sono una da cani, non da gatti. Quando ho visto quel gatto, però, ho sentito nel profondo che quella creaturina era affar mio. È inutile che cerchi di razionalizzare e di rendere comprensibile una sensazione simile. Penso sia qualcosa che capita a tutti nella vita, prima o poi. La sensazione che quella cosa lì, non altre, proprio quella cosa lì è affar mio.
Ho preso contatti. Ci sono delle cose che devi sapere, la situazione è cambiata, mi han detto. Il gatto non era così giovane come sembrava all'inizio. Aveva nove anni. Una malattia asintomatica. Dei valori sballati agli esami del sangue che si cercava di mettere a posto con una breve terapia. Lì è iniziato il lento dispiegamento della verità. Non penso ci sia stata dell'intenzione, da parte delle volontarie, che ovviamente non avevano la sfera di cristallo fra le mani per sapere come sarebbe andata. Penso che il lento dispiegamento sia stato destino. Doveva andare così. Mi ha ricordato molto il modo in cui la rivelazione di una patologia grave viene fatta al paziente. Le informazioni vengono centellinate, date con gradualità, affinchè il dolore non sia insopportabile. Si aiuta a metabolizzare boccone dopo boccone. Nel caso della creatura, ovviamente, direi "perchè ci sono situazioni in cui la fuga dell'adottante sarebbe troppo rapida per riuscire a trattenerlo".
Nel frattempo io sono andata a prendergli le cose. La casetta a righe in cui avrebbe dormito, le ciotole in cui avrebbe mangiato, la cassetta bianca e nera perchè quella fucsia era stata brutalmente bocciata da B., il tiragraffi. Ci ho messo impegno, nella scelta delle cose. Il tiragraffi in quel modo lì no, perchè ha nove anni e magari nemmeno ci gioca, sarebbe solo uno spreco di denaro. Quell'altro però sì, così ci si infila sotto che, si sa, i gatti amano infilarsi ovunque. Ore passate a scegliere i cibi più adatti ai gatti con i reni così così. Sono sempre stata contraria all'antropomorfizzazione degli animali. Vedo in questo atteggiamento una mancanza di rispetto innanzitutto verso l'animale, quindi mi sentivo anche fin troppo esagerata, a buttarci tutto questo tempo nella scelta del cibo o degli accessori.
Quando ha terminato la terapia sono stata contattata dalla volontaria e sono andata a vederlo con B., convinta che di lì a pochi giorni lui sarebbe entrato in casa. Aveva fatto le ultime analisi al mattino. Ci siamo trovati di fronte ad una realtà che non ci aspettavamo. I problemi al cuore, i problemi ai reni che erano rientrati solo parzialmente e che necessitavano un nuovo ciclo di cure, con alte probabilità di flebo per il resto della sua vita a causa dell'insufficienza renale. È stata onesta. È inutile indorare la pillola per rifilare un animale malato a due persone che poi tornano a restituirlo. L'ennesimo abbandono. Ci ha detto come stavano le cose e per noi, che ci eravamo appigliati alle nostre illusioni per giorni, è stata un po' una doccia fredda. Ci ha detto anche che eravamo liberi di tirarci indietro, se non ce la sentivamo. Che aveva bloccato gli annunci perchè ci eravamo fatti avanti, ma... parlatene e decidete. Ci rivedremo nei prossimi giorni, così vi faccio vedere come si fa, una flebo ad un gatto. Mentre lei parlava io lo guardavo. Se ne stava seduto sotto al tavolo, guardando fisso di fronte a sè. Lo guardavo e pensavo: "È per questo che ti ha abbandonato in mezzo ad una strada dopo nove anni? Perchè aveva saputo?".
Il gatto, va precisato, il gatto non è stato curato molto da un punto di vista medico. E per avere nove anni ed esser conciato così, nemmeno da un punto di vista alimentare.
Siamo tornati a casa senza parlare. In casa c'era tutto. C'era la casetta, le ciotole, la cassettina... l'unico a mancare era lui. C'erano la SUA casetta, le SUE ciotole, la SUA cassettina. Mi sono seduta, senza forze, sul divano e ho guardato B. "E ora che si fa?".
Potremmo prendere un altro gatto. Sarebbe strano vedere un altro gatto che usa le sue cose. Perchè nonostante tutto non riesco a smettere di pensare che quel cosino sia il MIO gatto? Il mio Klimt. Che cosa assurda è questo legame che mi tiene stretta a quel cosino che nemmeno conosco?
Ho pensato a lui, quella notte, e ho cominciato a piangere, senza freni, come una disperata. Singhiozzavo e pensavo a ciò che gli era capitato, a ciò che era capitato a me che - scusate - non me lo meritavo, a quanto sarebbe stato squallido, schifoso e ingiusto rifiutarlo solo perchè vecchio e malato, così come si rifiuta un capo difettato ordinato online. Il mio Klimt....

Klimt




Ogni giorno che vivo,
mi convinco sempre più
che lo spreco della vita è
nell’amore che non diamo,
nelle forze che non usiamo,
nella prudenza egoista
che non rischia mai,
e che, schivando la sofferenza,
fa perdere anche la felicità.
Il dolore è inevitabile.
La sofferenza è un accessorio extra.


Carlos Drummond de Andrade

domenica 30 agosto 2015

Avevo la sensazione che quando ero una ragazza e tutti intorno a me erano innamorati, quando avevo cominciato a lavorare e tutti intorno a me si sposavano, io fossi stata sempre immersa solo nel mio mondo interiore e che avessi continuato a proteggerlo. Da qualche parte dentro di me avevo sempre invidiato gli altri. Pensavo che le persone a cui piacevano le cose frivole avevano avuto la possibilità di trattare con leggerezza l'amore, di sprecarlo senza problemi, perchè sapevano che, come l'acqua del rubinetto, per quanto potesse scorrere non si esauriva mai.

- B. Yoshimoto, Ricordi di un vicolo cieco.

mercoledì 26 agosto 2015

Pipistrelli volanti e cambiamenti inaspettati

... ovvero colpi di testa fulmine.

 Sono scappata lontano, in cerca di quiete, lasciando volutamente l'orologio a casa. Avevo, come mio solito, mille progetti. Ho portato con me The China Study, convinta che l'avrei finito. Ho portato anche un altro paio di libri, convinta che li avrei letti. Film da vedere a volontà (perchè, ci terrei a precisarlo, non ho ancora il televisore in casa e sì, sto andando un po' in carenza da pellicole e segozzi mentali). Non ho concluso nulla perchè non ci siamo fermati un momento. Eppure sono tornata così riposata e leggera da non sembrar vero, a conferma del fatto che ciò che logora non è il troppo fare, ma i troppi pensieri legati al troppo fare.
Sono stata pure ad una serata su Tolstoj. Siamo usciti dicendoci che dovevamo leggere tutto Tolstoj. E quindi ho deciso che leggero tutto Calvino. Che vi parrà insensato, ma un senso lo ha. Giuro.

E se... ?
Ed è andato bene, tutto sommato, quest'anno. Lo scorso anno siamo stati ad una serata sui pipistrelli. A voi, gli animali, non interessano? Non vi piacerebbe sapere di più sui pipistrelli se siete pure in ferie e avete un sacco di tempo libero che non sapete come impiegare? A me sembrava un argomento interessante e pensavo lo fosse anche per il resto del mondo adulto. Certo, il fatto che un sacco di gente passi la domenica chiusa nei centri commerciali a guardar vetrine avrebbe dovuto farmi venire qualche dubbio.

Mentre allungavamo il passo, in ritardo sull'orario di inizio della serata, siamo stati fermati da una coppia di mezza età che ci ha chiesto indicazioni per la serata sui pipistrelli. Ti fai delle aspettative. Dopo avergli indicato la strada abbiamo allungato il passo e ce li siamo lasciati alle spalle. Entrati nel capannone abbiamo posato lo sguardo su una distesa di bambini con lo sguardo incollato alle diapositive proiettate sul muro. Alle loro spalle dei genitori annoiati controllavano cellulari e orologi. Abbiamo tirato fuori il volantino. Da nessuna parte si parlava di "serata per bambini". C'è, evidentemente, tra le regole sociali non scritte della comunità di cui facciamo parte, anche qualcosa che riguarda gli interessi per fasce d'età. Ci era sfuggita quella regolina che diceva che gli animali interessano solo ai bambini. Che non occorre specificare che un evento in cui si parla di animali è un evento per bambini, perchè la totale assenza di adulti senza figli era la prova lampante del fatto che quelli in errore eravamo noi. Che era scontato fosse per bambini.
L'esperto parlava dei pipistrelli ma, come prevedibile, non diceva cose illuminanti per un adulto. Chiariva che non è vero che i pipistrelli sono topi con le ali, ad esempio. Uscire ci faceva brutto, quindi siamo rimasti lì tutto il tempo. A pochi minuti dalla nostra entrata è arrivata anche la coppia di mezza età. Poco dopo l'esperto ha fatto una piccola pausa e ha lasciato del tempo per domande. I bambini si sono sbizzarriti. La signora di mezza età ha alzato la mano e l'ha sventolata fino a quando lui non l'ha indicata. Un bambino aveva appena chiesto se i pipistrelli succhiassero o meno il sangue. Lui aveva risposto di no, i nostri pipistrelli non sono vampiri e non succhiano sangue, concludendo che girano tante convinzioni popolare errate, come quella per cui si impigliano nei capelli: non era assolutamente vero.
La signora di mezza età, dicevo, sventolava da un po' la sua mano grassoccia. Finito di parlare, lo specialista l'ha indicata e lei prontamente ha chiesto: "Quindi non è vero nemmeno che se un pipistrello ti fa la pipì in testa poi ti cadono tutti i capelli?". È tutto vero, lo giuro. Mi sono fatta piccola piccola sulla sedia. Quelli erano gli altri due adulti, oltre a noi, senza figli. Ed erano lì. Come noi.
A fine serata l'esperto ha detto: "E ora andiamo tutti fuori con le torce a caccia di pipistrelli, vediamo quanti riusciamo a trovarne!". Urletti eccitati dei bambini. Io mi giro verso B. e gli dico: "Ascolta, ora affiancati ad un bambino e comportati come se fosse tuo figlio. Facciamo finta di avere un figlio e di essere qui per lui. Sono veramente imbarazzata". Scippato un bambino ad una coppia con due figli e spacciatolo per nostro siamo usciti tutti sorridenti, con sguardi amorevoli rivolti al nostro pulcino. Una volta fuori, nel buio completo della notte, siamo fuggiti.

Quest'anno, uscendo dalla serata su Tolstoj, ci siamo detti che abbiamo fatto un bel salto di qualità, tra le altre cose. Abbiamo rimpianto il fatto di non poter partecipare alle serate successive, che erano programmate dopo il nostro rientro. Voi starete dicendo: sti due qui che palle. Vanno in ferie e anzichè passare il tempo a dormire/mangiare/scopare/prendersi il sole, vanno a serate su scrittori russi e si intristiscono perchè non riescono a partecipare a tutte le serate. Oh, che vi devo dire... i gusti.
Rientrata a casa, comunque, sono inciampata in un cambiamento non programmato, non previsto, non contemplato fra le possibilità della mia vita.
Una piccolezza, in verità. Mentre ci interrogavamo sulla decisione da prendere, soppesando pro e contro, con tutti intorno a dire la loro (la loro era no, ovviamente) ho ripensato al fatto che le nostre azioni dovrebbero essere guidate più dai nostri sogni e dalle nostre speranze, che dai nostri timori. E ho capito, in quel momento, che la mia risposta era sì.
Seguiranno foto e chiarimenti. Prossimamente.

domenica 23 agosto 2015

Vi era in lui qualcosa di indefinibile, come un cielo nuvoloso nel cuore dell'inverno, a metà tra allegria e cupezza, che in qualche modo mi tratteneva dall'innamorarmi di lui. Non riuscivo a percepire quell'energia e quell'esaltazione che ti danno una carica straordinaria, così importanti negli amori giovanili.

- B. Yoshimoto, Ricordi di un vicolo cieco.

venerdì 21 agosto 2015

Questa merita l'Oscar

"E il premio per la miglior elfina gotica nel ruolo della persona affetta da incubi deliranti è..."

http://zuccheronero.blogspot.it/

"Stanotte ho fatto un incubo: ho sognato che trovavi finalmente il brano di cui ti parlavo e che lo aveva scritto... Melissa P. Era una citazione del suo libro con la libellula in copertina e mi chiedevi: "come puoi reputarlo interessante?" e io ero sconvolta. Non capivo se dovevo rivalutare Melissa P. o la mia intelligenza"

Favolosa. E comunque il brano era di Battiato:

Teoria della Sicilia. Là dove domina l’elemento insulare è impossibile salvarsi. Ogni isola attende impaziente di inabissarsi. Una teoria dell’isola è segnata da questa certezza. Un’isola può sempre sparire. Entità talattica, essa si sorregge sui flutti, sull’instabile. Per ogni isola vale la metafora della nave: vi incombe il naufragio. Il sentimento insulare è un oscuro impulso verso l’estinzione. L’angoscia dello stare in un’isola come modo di vivere rivela l’impossibilità di sfuggirvi come sentimento primordiale.

La volontà di sparire è l’essenza esoterica della Sicilia. Poiché ogni isolano non avrebbe voluto nascere, egli vive come chi non vorrebbe vivere: la storia gli passa accanto con i suoi odiosi rumori ma dietro il tumulto dell’apparenza si cela una quiete profonda. Vanità delle vanità è ogni storia. La presenza della catastrofe nell’anima siciliana si esprime nei suoi ideali vegetali, nel suo taedium storico, fattispecie del nirvana. La Sicilia esiste solo come fenomeno estetico. Solo nel momento felice dell’arte quest’isola è vera.






mercoledì 19 agosto 2015

Penso che una visita ai macelli dovrebbe essere d'obbligo nei percorsi scolastici: credo che nessun giovane possa restare indifferente alla crudeltà di un mattatoio.

- U. Veronesi, I segreti della lunga vita.

domenica 16 agosto 2015

Anche se le cose non funzionano adesso, non fa niente. Troveremo il modo di farle funzionare.

lunedì 10 agosto 2015

Io ci provo.
Qualsiasi consiglio che arrivi da un omino disegnato con delle orecchiette bianche da gatto (gatto?) non può che essere sensato.