martedì 31 marzo 2015

Tanta gente cerca disperatamente quello che non è capace di trattenere e di capire, per questo è piena di odio e sta male per tutta la vita.

- N. Lilin, Educazione siberiana.
Survival in progress.
(il work ce lo siamo lasciati alle spalle già da mo')


domenica 29 marzo 2015

Capisci che è arrivato il momento di prendere un cane quando ti ritrovi di notte a guardare video di ragni pelosi salterini trovandoli incredibilmente teneri. Stiamo alla frutta.


martedì 24 marzo 2015

comunicazione di (dis)servizio

Mi ripromettevo da parecchio tempo di scrivere questo post ma rimandavo continuamente. Avrei voluto scrivere una cosa più ragionata e meno di getto, ma gli ultimi commenti ricevuti (e le ennesime mancate risposte) mi hanno spronata un poco.
Quando ho aperto questo blog, l'ho fatto con l'idea di raccogliere e condividere tutto ciò che attirava il mio interesse, che mi dava da riflettere o che semplicemente mi piaceva. Lo avrei fatto principalmente per me stessa, nonostante la condivisione fosse (sia tutt'ora) per me tanto importante, perchè non volevo che il mio blog diventasse una sorta di palcoscenico su cui far apparire cose che potessero allietare il mio pubblico, in una sorta di rincorsa disperata dei like che tanto spopolano su facebook. Ecco il motivo per cui ho aperto il blog è proprio questo. Mi ero stancata della dinamica insensata, tipica di facebook, in cui si condivide ma non si condivide. La condivisione è solo apparenza, in superficie. Si collezionano gettoni per gratificare il proprio ego. Non importa il nostro livello culturale, la nostra intelligenza, la nostra dipendenza o indipendenza dal giudizio altrui. La convinzione di non cadere noi stessi vittime di queste dinamiche sconfina quasi totalmente nella cecità. Da un lato il bisogno di sfuggire da tutto ciò, da un lato la necessità di poter raccogliere e ordinare ciò che per me era importante (provateci voi, a recuperare una citazione di Foer pubblicata chissà quando in sette anni di cronologie e pubblicazioni quasi giornaliere...), dopo mesi passati a covare la mia idea, un giorno ho preso l'iniziativa e ho aperto questo blog. Non ho messo nessuna presentazione, non ho dato spiegazioni prima, perchè non mi parevano rilevanti.
Lo faccio ora per la ragione opposta. Perchè per tutta una serie di cambiamenti inaspettati (e belli) nella mia vita, il mio blog da dicembre sta praticamente vivendo di rendita e io su Blogger non mi collego mai. Avrei tantissime cose che vorrei condividere con voi ma al momento mi risulta quasi impossibile e mi dispiace, perchè tutto ciò è accompagnato dalla sensazione che esperienze, sensazioni e momenti stiano scorrendo fra le mie mani e tra alcuni mesi li ricorderò a fatica.
A parte ciò, se ci siete, se qualche volta buttate l'occhio per leggere, portate pazienza. Questo blog non è nato per essere una semplice raccolta di citazioni - cosa per cui io comunque ho un debole - ma anche qualcosa di più.


domenica 22 marzo 2015

giovedì 19 marzo 2015

I giovani vogliono i soldi facili, vogliono prendere senza dare niente in cambio, vogliono volare senza aver prima imparato a camminare. Arriveranno a uccidersi tra di loro. Poi scenderanno a patti con gli sbirri, e quando succederà, spero per te, mio caro, che sarai lontano da qui, perché questo posto diventerà un cimitero dei buoni e degli onesti.

- N. Lilin, Educazione siberiana.

lunedì 16 marzo 2015




E lo dico da mischione di razze naturalizzata brianzola. NO, NO e NO. ABOMINIO.

venerdì 13 marzo 2015

C'è chi si gode la vita, c'è chi la soffre, invece noi la combattiamo.

- Antico detto degli Urca siberiani, da N. Lilin, Educazione siberiana.

martedì 10 marzo 2015

Ho visto un video dell' incendio al commissariato di Sayyeda Zeinab. La persona che stava filmando - dalla voce e dal modo di parlare si poteva dedurre che fosse della classe media, uno di quelli che hanno studiato - diceva a un ragazzo, che sembrava di un quartiere popolare, di fare attenzione agli spari. L' altro gli ha risposto istintivamente: "Tranquillo.... oramai non fa differenza se vivo o muoio". Non gli ha detto: "Per l' Egitto sono disposto a tutto!" O "muoio nel nome del'Islam". Niente teoria, niente parole altisonanti come patria, religione e nemmeno dignità. Solo il nichilismo di chi sa che vivere in modo così misero non è molto diverso da morire. Chi avrebbe mai immaginato che, un giorno, qualcuno avrebbe detto che se non avessimo approvato prima di tutto la costituzione  avremmo tradito il sangue dei martiri? O che un'altra fazione, quella che voleva prima le elezioni, avrebbe risposto di aver versato più sangue e offerto più vite in difesa della rivoluzione?

- Mohamed Abo el-Gheit, Le rose e il pane.
Internazionale 1038


venerdì 6 marzo 2015

Non sono scesi in piazza per la costituzione o le elezioni. Non sono scesi in piazza per un Egitto democratico, civile o islamico, o che so io. Sono scesi in piazza solo per ragioni che li toccano da vicino: per i prezzi delle cose da mangiare, dei vestiti, degli alloggi, cresciuti in modo folle. Per il poliziotto che ferma il minibus di uno di loro per estorcergli cinquanta sterline. Per il poliziotto che li ha fermati per un controllo e il  che li ha torturati per giorni anche se non avevano fatto niente. Per la sorella che vorrebbe "sistemarsi" ma non le bastano i soldi. Per lo zio che è stato mandato in prepensionamento dopo che la fabbrica in cui lavorava è stata privatizzata. Per il cugino che ha perso tutto quando i terreni agricoli sono stati assegnati a giovani laureati, e ha visto staccarsi il suo raccolto dal momento che l'acqua per irrigare finiva solo nelle terre di quelli che contano. Per la zia che è morta di cancro senza aver trovato un letto all'ospedale pubblico. E così via.

- Mohamed Abo el-Gheit, Le rose e il pane.
Internazionale 1083


martedì 3 marzo 2015

Per quei giovani - rappresenti di quel 40 percento di egiziani che vivono sotto la soglia di povertà, di quei dodici milioni che vivono nelle baraccopoli o di quel milione e mezzo che sta nelle "città dei morti" - tutte le discussioni sulla costituzione, le elezioni e il sistema di governo del Paese sono solo paroloni che si leggono sui giornali. Paroloni che non significano nulla, a meno che non abbiano un effetto immediato sulla loro possibilità di trovare lavoro, sui loro stipendi e sulle loro condizioni di vita. Tutte cose, mi pare, a cui le varie fazioni non sono interessate.

- Mohamed Abo el-Gheit, Le rose e il pane.
 Internazionale 1083