martedì 5 luglio 2022

 Ciò che invece non riuscii mai a dimenticare era quanto fosse orribile e spaventoso per la mia famiglia vedermi in divisa arancione e sperimentare sia pure in minima parte le mie giornate, circondata dalle guardie e da persone estranee, sottoposta al controllo assoluto dell'istituzione. Esporli a quel mondo mi faceva sentire profondamente in colpa.


P. Kerman - Orange Is the new black

lunedì 20 giugno 2022

Delle braccia amorevoli, un posto in cui sgranchirsi, uno in cui dormire,bcibo a sufficienza e una casa calda e accogliente, tutta da esplorare: solo di questo ha bisogno un bambino. 

- S. Davies, Il bebè montessori.

domenica 19 dicembre 2021

E se con lei non vedevo l'ora che parlasse con me, ora non vedo l'ora che chiacchierino tra loro punto nel buio, di sera, a confidarsi segreti prima di andare a dormire. Ecco perché non mi pentirò mai di averne fatti due. - S. Gianatti, Guarda che sono due!

domenica 8 marzo 2020

Porre limiti ai bambini non significa far loro violenza. Quest'ultima non implica necessariamente urla o sculacciate: la freddezza, la calma e la distanza possono esercitare una pressione affettiva molto colpevolizzate. Ogni pratica educativa che non deroghi mai dai principi che la determinano è fautrice di violenza.

- S. Giampino, Le mamme che lavorano sono colpevoli?

mercoledì 4 marzo 2020

Tra le madri che lavorano e i loro figli si annida un grande mostro: la mancanza. Duttile come la creta, questo mostro s'insinua dappertutto, si trasforma e si adatta a tutti gli spazi scavati dal senso di colpa. In testa alla hit parade delle mancanze troviamo quella del tempo, seguita da vicino da quella della disponibilità e dalla sua gemella, la scarsa presenza. In seguito vengono la mancanza d'affetto, la mancanza di attenzione, la mancanza di cure e la mancanza di energia. A partire dal momento in cui il rapporto con i figli è pensato secondo questa logica della mancanza, ne consegue immancabilmente la logica corollaria, quella delle compensazioni.

- S. Giampino, Le mamme che lavorano sono colpevoli?

domenica 1 marzo 2020

Ma se la maternità, insieme all'amore condiviso e ad altri successi personali e creativi, è una delle più grandi gioie che ci siano concesse, non per questo è un'esperienza senza insidie. Quando diventa madre, una donna capisce fino a che punto possa essere nello stesso tempo felice e angosciata, orgogliosa e depressa. Fatta eccezione per alcune circostanze gravi, allevare i figli non è un inferno, però non è nemmeno un paradiso. E' semplicemente la vita.


- S. Giampino, Le mamme che lavorano sono colpevoli?

mercoledì 26 febbraio 2020

Una madre che lavora è colpevole? Sì, per due ragioni: innanzitutto perchè è madre, in secondo luogo perchè è donna. Una madre che non lavora è colpevole? Sì, per le stesse ragioni.
Qual è la differenza allora? La prima ha trovato una buona ragione per sentirsi colpevole nei confronti dei figli: la propria assenza. L'assenza dovuta al lavoro esterno, e anche la poca disponibilità in casa per via delle faccende domestiche e delle preoccupazioni legate al lavoro. La seconda è alle prese con un senso di colpa intermittente; ce l'ha con se stessa perchè ha troppa poca pazienza con i figli o forse perchè è troppo protettiva, e questo va a scapito della loro autonomia. Si chiede se un secondo stipendio in casa non risolverebbe qualche problema del marito, si sente colpevole nei confronti dei genitori che si sono dissanguati per finanziare, inutilmente, i suoi studi.

- S. Giampino, Le mamme che lavorano sono colpevoli?