mercoledì 28 dicembre 2016

Tanto la lode quanto il biasimo non significano nulla. No, per quanto sia delizioso il passatempo di misurare, è sempre la più futile di tutte le occupazioni, e sottomettersi ai decreti dei misuratori, il più servile degli atteggiamenti. Finchè scrivete ciò che volete scrivere, questa è la sola cosa che conta; e se conti per un giorno o per un’eternità, nessuno può dirlo. Ma sacrificare un capello della testa della vostra immagine, una sfumatura del suo colore, per far piacere a qualche direttore di scuola con un vaso d’argento in mano, o a qualche professore con il suo campione di misura nascosto nella manica della giacca, quello è il più vile tradimento, e in confronto ad esso, la perdita della fortuna e della castità, che a quanto dicevano era il più grande dei disastri umani, conta meno del morso di una pulce.

- V. Woolf, Una stanza tutta per sè.

sabato 17 dicembre 2016

C’è un legame segreto fra lentezza e memoria, fra velocità e oblio. Prendiamo una delle situazioni più banali: un uomo cammina per la strada. A un tratto cerca di ricordare qualcosa, che però gli sfugge. Allora, istintivamente, rallenta il passo. Chi invece vuole dimenticare un evento penoso appena vissuto accelera inconsapevolmente la sua andatura, come per allontanarsi da qualcosa che sente ancora troppo vicino a sé nel tempo.Nella matematica esistenziale questa esperienza assume la forma di due equazioni elementari: il grado di lentezza è direttamente proporzionale all’intensità della memoria; il grado di velocità è direttamente proporzionale all’intensità dell’oblio.

- M. Kundera, La lentezza.

giovedì 15 dicembre 2016

Ci ho guadagnato il colore del grano...

14 Luglio 2016

E' morto il mio Klimt.
E' successo una settimana fa ed è stato un fulmine a ciel sereno. Mi ero illusa veramente che il nostro percorso insieme sarebbe durato anni e mi sono chiesta dove avessi sbagliato. Ho ripercorso mentalmente gli ultimi giorni insieme.
La vet mi ha detto che non è stata colpa nostra. Che con l'IRC è così. Quando subentra l'arresto renale se ne vanno al creatore in 24 ore e non puoi farci nulla, che è la naturale evoluzione della malattia.
Penso di non averlo ancora realizzato del tutto e al tempo stesso, è strano a dirsi, è come se lui non fosse mai esistito, come se me lo fossi solo immaginata. E' rimasto con noi talmente poco che tutti i momenti vissuti insieme non hanno nemmeno fatto in tempo a diventare abitudine.
Mi verrebbe da dire che lui era davvero unico, che veramente a mancargli era solo la parola, ma suonerei ridicola. quindi lascerò che siano i ricordi dei momenti passati insieme a parlare per me.

Pulce con il suo solito sguardo incazzoso


Riconosceva il suono della macchina di B. Quando lui tornava a casa, Klimt cominciava a miagolare come un disperato fino a quando non andava a salutarlo. Lo faceva anche con me.

Faceva le capriole sulle scarpe. Quando era particolarmente in vena, tra uno strusciarsi e l'altro, appoggiava la testolina sul collo della caviglia e faceva questa capriola, rimanendo poi a guardarti dal basso all'alto, pancia all'aria, in attesa di coccole.

Aveva monopolizzato la copertina di casa. Se era da lavare, le altre le snobbava. Quando ancora non avevamo capito che quella era la SUA copertina, un giorno, l'abbiamo presa per usarla durante un trattamento sul futon. Klimt la fissava dal divano con espressione incredula, sconvolto. Alla fine è sceso ed è arrivato vicino al futon, si è seduto per terra e ha appoggiato le zampine anteriori sulla copertina. All'epoca lui non amava ancora la vicinanza con gli umani, quindi immaginatevi lo sforzo. Lì abbiamo capito che quella era proprio la sua copertina e tale è rimasta.

Voleva farmi uscire di casa... Quando ero impegnata a fare cose, lui affacciava la sua testolina pelosa e faceva: "Miao!" io alzavo la testa, e lui ancora: "Miao! Miao!!". Mi avvicinavo e lui si allontanava a passo svelto sul retro della casa. Cibo e acqua ne aveva. Ci ho settimane prima di capire. Mi voleva dietro casa, con lui. Era un: "Esci! Stai con me!". Una volta sul retro erano strusciatine e capriole a non finire, fusa, stare sul prato a guardarmi e seguirmi se mi mettevo a lavorare lì.
Mi ha insegnato l'importanza di stare in un prato a fare nulla con qualcuno a cui vogliamo bene, anzichè rimandare perchè si ha altro da fare. Ci sarà sempre altro da fare, non rimandate mai gli attimi di ozio all'aperto con le persone che amate.

Era malato e bisognoso di cure. Le accettava docilmente, ma si vedeva che le odiava. Soprattutto il dover prendere le pastiglie. Ti piantava il muso, poi. Non ti guardava più, non ti dava attenzioni. Gli durava una decina di minuti. Come tutti gli animali, lui non portava rancore. Il rancore è una cosa un po' stupida che abbiamo solo noi umani e che ci porta via tempo prezioso. Lui se la faceva passare e poi tutto era come prima.

Una volta gli ho afferrato la coda. So che ai gatti non si deve fare, ma è stato più forte di me. Era accovacciato sul divano dandomi le spalle e muovendo lentamente questo codone peloso. Mi ha sempre incuriosita, la coda dei gatti. E' diversa da quella dei cani. Quella dei cani si agita per gioia, funziona come le nostre mani quando le alziamo verso il cielo o le battiamo felici. Ma sta coda felina, che si muove così per nulla, pure mentre uno è rilassato sul divano. Chissà cosa sentono con la coda. Chissà se sono consapevoli del movimento (a volte se la teneva ferma con le zampe!).
Ho preso e l'ho afferrato con una mano. Klimt si è girato immediatamente e mi ha guardata. Non si è alzato per allontanarsi, badate bene, mi ha solo lanciato uno sguardo (a quanto pare, anche ai felini, a volte basta solo quello).
Quello sguardo l'ho visto solo in quella circostanza. Scocciato, infastidito. Pareva dire: "Ma guarda te con che deficiente mi tocca avere a che fare". Ho mollato al volo la coda e lui si è rigirato. E non ne abbiamo più parlato. Messaggio arrivato.

Quando Klimt è arrivato da noi era completamente diverso dal gatto che è morto: ti salutava, sì, si strusciava per avere cibo... faceva quelle cose da gatto carine ma che lì si fermano. Mancava quel che Saint Exupery definisce addomesticamento. Dopo sei mesi è diventato un altro gatto. Come se la sua corazza si fosse finalmente rotta. Non so se questa sia prassi normale nelle adozioni. Ci guardava con gli occhi a cuore. La sera aspettava che ci sedessimo sul divano per saltarci in braccio. Una volta sono entrata in casa con i miei, mia madre ha aperto la portafinestra e lui è corso verso di me per salutarmi, ignorando completamente le altre persone presenti nella stanza. Tante, tante piccole cose che messe insieme formano un millesimo di ciò che abbiamo vissuto insieme.

Klimt era anziano e malato. Se io e B. non ci fossimo immolati alla causa, probabilmente, avrebbe finito i suoi giorni in un gattile. Sarebbe morto solo. Vedendo il gatto che si è rivelato, sarebbe stata una grande perdita per noi. Tutto questo mi ha spinta a rivalutare l'idea che avevo delle adozioni. Se hai spalle abbastanza grandi per farlo, l'adozione può passare da "il gatto/ cane che mi piacerebbe avere" a "il gatto/ cane che in questo momento ha più bisogno di me". Dopo l'esperienza con Klimt faccio fatica a sopportare il pensiero di me, felice, a casa, con il mio  nuovo gattino, quando in gattile è rimasto l'anzianotto di turno, scartato da tutti perchè i cuccioli sono più attraenti/ vivono di più/ hanno un rischio minore di ammalarsi.
Servirà tempo per guarire la ferita della perdita, un nuovo gatto ora lo vivremmo solo come un intruso, ma un domani so già che non ci orienteremo su un piccolo micino. Fateci un pensiero. Meno micini. Più gattoni anziani.

domenica 11 dicembre 2016

Ritorno eh...

... no davvero, io ritorno... Diciamo che il nuovo lavoro, gli altri lavori, lo studio e il tentativo di conservare qualche straccio di hobby e un briciolino di vita sociale ha remato contrissimo all'Isola che c'è...

martedì 20 settembre 2016

Avevo trent'anni. Davanti a me si estendeva la portentosa e minacciosa strada di un nuovo decennio.

- Francis Scott Fitzgerald, Il grande Gatsby

venerdì 16 settembre 2016

martedì 13 settembre 2016

Voglio una persona con cui riposare l'anima.

- J. Kerouac, On the road.

sabato 10 settembre 2016

Ogni scelta ha un rovescio cioè una rinuncia, e così non c’è differenza tra l’atto di scegliere e l’atto di rinunciare.
- I. Calvino, Il castello dei destini incrociati.

lunedì 5 settembre 2016

Ti sei mai trovato in una situazione in cui sai esattamente cosa accadrà? Ma ti ci infili lo stesso. E poi, quando accade proprio quello che temevi, ti prendi a schiaffi da solo, perché avresti dovuto saperlo.

- M. M. Blanchard.

giovedì 25 agosto 2016

C'è una casina rosa

C'è una casina rosa, là fuori.
Non ho ancora avuto il coraggio di spostarla.
Sono tornati gli incubi, la notte. Non sono pesanti, mi danno argomenti di cui parlare durante le mie giornate.
Le convivenze impossibili.
Quante possibilità possono essere date prima di poter dire: "Te le sei bruciate tutte"?
Insoddisfazione. Insoddisfazione. Insoddisfazione.
Lo sguardo della mia migliore amica che si alza dalla coppa gelato.
"Non so davvero cosa fare. Sono così insoddisfatta. Non so quanto valga la pena continuare. A volte invidio C. Avrei voluto nascere come lei. Essere felice come lei di una vita così, alla giornata, senza nulla di più"
Il lavoro che ci sta portando via tutto. L'ambizione che ci spinge ad andare avanti.
Ieri sera, sdraiata di fianco a B., troppo stanchi anche per parlare, ci ho ripensato.
"Ma secondo te esiste qualcuno che ha la nostra età e sia veramente soddisfatto della sua vita?".
Esistono i trentenni soddisfatti? Espiro. Guardo il soffitto
Ci sono due occhi sgranati, nel bagno.
Due occhi colpevoli e spauriti.
Ci sono decisioni faticose da prendere, nei prossimi giorni. Problemi da risolvere. Problemi che avrebbero potuto non esserci ma che ci sono, per colpa mia.
Chiudo gli occhi. So che anche questa sera non dormirò.
Ne avrei tante, di cose da dire a B. Le solite cose che gli dico sempre, che non bastano mai, ma sto zitta perchè è stanco e non voglio disturbarlo.
Mi giro sul fianco, porto il braccio sotto al cuscino.
So che anche questa notte non dormirò.


giovedì 18 agosto 2016

Ma procediamo con disordine. Il disordine dà qualche speranza. L’ordine nessuna. Niente è più ordinato del vuoto.

- M. Marchesi, Il malloppo.

lunedì 8 agosto 2016

C’è una maschera per la famiglia, una per la società, una per il lavoro. E quando stai solo, resti nessuno.

- L. Pirandello, Uno, nessuno e centomila.

lunedì 1 agosto 2016

Business Cat

Forse lo conoscete già. Sono vignette veramente demenziali e assurde. Io ne sono stata conquistata.









sabato 30 luglio 2016

Raggiungerai il paradiso, allora quando avrai raggiunto la velocità perfetta. Il che non significa mille miglia all'ora, né un milione di miglia, e neanche vuol dire volare alla velocità della luce. Perché qualsiasi numero, vedi, è un limite, mentre la perfezione non ha limiti. Velocità perfetta, figlio mio, vuol dire solo esserci, esser là.

- R. Bach, Il gabbiano Jonathan Livingston.

mercoledì 27 luglio 2016

Tanta voglia di crescere, per poi accorgersi che rimanere bambini è la cosa più bella che ci sia. 

- J. M. Barrie, Peter Pan.

venerdì 22 luglio 2016

Conoscerete almeno sei persone che non sono di alcuna utilità e creano più problemi di quanto valgano. Prendeteli e dite loro: “Caro signore o cara signora, potrebbe spiegarci la sua esistenza? Se non può giustificarla, se non controlla il suo peso, se non produce quanto o più di quel che consuma, allora non possiamo utilizzare quell'enorme organizzazione che è la nostra società allo scopo di tenerla in vita, perché la sua vita non produce alcun beneficio per noi, e non è di molta utilità nemmeno per lei.

- G.B. Shaw

sabato 16 luglio 2016

Facciamo un sacco di cose insieme per risparmiare tempo e non so voi, ma io di tempo non ne ho più.Dovremmo essere liberi di non fare nulla.Chissà se più tardi avremo ancora tempo? Abbiamo solo “ora e adesso”.Ecco perché rimandare le cose ci sembra giusto.Quindi date retta a me.Rimandate adesso, non rimandate di rimandare.

- Ellen DeGeneres