martedì 10 marzo 2015

Ho visto un video dell' incendio al commissariato di Sayyeda Zeinab. La persona che stava filmando - dalla voce e dal modo di parlare si poteva dedurre che fosse della classe media, uno di quelli che hanno studiato - diceva a un ragazzo, che sembrava di un quartiere popolare, di fare attenzione agli spari. L' altro gli ha risposto istintivamente: "Tranquillo.... oramai non fa differenza se vivo o muoio". Non gli ha detto: "Per l' Egitto sono disposto a tutto!" O "muoio nel nome del'Islam". Niente teoria, niente parole altisonanti come patria, religione e nemmeno dignità. Solo il nichilismo di chi sa che vivere in modo così misero non è molto diverso da morire. Chi avrebbe mai immaginato che, un giorno, qualcuno avrebbe detto che se non avessimo approvato prima di tutto la costituzione  avremmo tradito il sangue dei martiri? O che un'altra fazione, quella che voleva prima le elezioni, avrebbe risposto di aver versato più sangue e offerto più vite in difesa della rivoluzione?

- Mohamed Abo el-Gheit, Le rose e il pane.
Internazionale 1038


2 commenti:

  1. Ho letto Murakami, alla fine. Mi è piaciuto, non ho trovato L'incolore Tazaki Tsukuru nella biblioteca qui, ma ho visto che ce ne sono diverse copie sparse per la provincia. Prima o poi.

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  2. Io sono più su altro, ma mi garba.

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