domenica 23 giugno 2019

Pastorale Americana

Ho finito due settimane fa la lettura di Pastorale Americana di Philip Roth. Non mi pare di aver già letto suoi libri. Avevo visto, in passato, il film tratto dal suo libro "La macchia umana" e mi era piaciuto moltissimo, lui mi aveva incuriosito tanto come scrittore, tanto da voler leggere qualcosa di suo per vedere come scriveva. Il libro non mi ha agganciata subito. All'inizio, devo essere onesta, sono rimasta perplessa. Mi sembrava il classico romanzo americano che si fa leggere, è leggero, non passa nulla ma permette di intrattenersi (senza ovviamente arrivare ai livelli di Dan Brown). Dopo diverse pagine, invece, la storia comincia finalmente ad ingranare. Il libro ti prende e non ti libera più, rimani incollato fino all'ultima pagina. Anzi, personalmente all'ultima pagina io mi sono detta: "Ed ora? Mi lasci così? Non vai più avanti? Voglio sapere tutto. Voglio che mi racconti nei minimi dettagli ciò che è successo. Non lasciare nulla alla mia immaginazione". E invece, purtroppo, alcune cose vengono lasciate sottintese ma non viene spiegato come accadano.
Non so che problemi abbia Philip Roth con gli Stati Uniti, se ripenso anche al film della Macchia umana non posso non vedere la posizione critica nei confronti di un perbenismo americano, un'immagine di sogno americano, vita da americani, che è in verità solo facciata e che spesso e  volentieri, ad un certo punto della vita dell'americano medio, si crepa e fa vedere tutto quello che c'è dietro, tutta l'incoerenza, l'assurdità e la pochezza, a volte, di questa rappresentazione artefatta che nulla ha da spartire con la vita vera. Questo libro mi ha lasciata con un fortissimo amaro in bocca, perchè oltre a cogliere questa critica all'american dream e ad un'immagine molto fatua, ho indirettamente vissuto il dramma dei "figli persi". Un dramma che riguarda anche la storia del nostro paese, per via di vicende accadute negli anni passati, che a volte rimane inspiegabile per un genitore. Pensare che il tuo bambino meraviglioso, ad un certo punto, diventi un individuo che non è più controllabile, comprensibile e che sembra uno sconosciuto, è molto faticoso, seppur realistico. Accompagnata dallo svedese ho rivissuto il dramma, già trovato in altri libri, di questa figlia persa. Mancano risposte chiare per gran parte del libro. Non si ha fin quasi la fine la certezza che questa figlia sia realmente una figlia persa. Questo è ciò che ho apprezzato di più di tutto il romanzo. A trascinarmi veramente, più della storia dello svedese, più del dramma di questa vita di facciata che si crepa e crolla, è stata la figura di questa figlia, una figlia che pareva conosciuta ma che, ad un certo punto, sembra essere un estraneo, qualcuno che in realtà mai nessuno ha veramente compreso, con il dubbio, portato avanti fin quasi alla fine, che forse sia solo un fraintendimento, che non ci sia nulla di non compreso in questa figlia. Questo attaccarsi alle speranze, al bisogno di credere che le notizie che girano siano tutte false, che tutto sia un grande fraintendimento.
E' un libro di cui sento di dover consigliare la lettura perchè il personaggio di Merry è un personaggio che trascina e che merita di essere conosciuto, che lascia tantissime domande nel lettore, perchè il personaggio dello svedese mi ha fatta innamorare e, infine, perchè dopo aver letto l'ultima pagina rimane la voglia di leggere altro ancora, di Roth.

3 commenti:

  1. Tanto tempo fa ho letto Lamento di Portnoy. A distanza di anni non mi è rimasto un gran ricordo, tanto che sulla base di questo ricordo non leggerei altro di Roth. Però il tuo consiglio mi sembra motivato... di sicuro mi porterà a dare un'occhiata a P. A.

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  2. Un libro molto interessante, il film La macchia umana non era male.
    Saluti a presto.

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  3. è uno di quei libri-istituzione che mi mette in soggezione e di cui rimando sempre la lettura

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