martedì 16 giugno 2015

Non voglio essere solo. Non ho mai voluto essere solo. Lo odio. Odio non avere nessuno a cui parlare, odio non avere nessuno da chiamare, odio non avere nessuno che mi prende la mano, che mi abbraccia, che mi dice che andrà tutto bene. Odio non avere nessuno con cui spartire le speranze e i sogni, odio non avere più speranze e sogni. Odio non avere nessuno che mi dica di tenere duro, che posso ritrovarli. Odio che quando urlo, e urlo da forsennato, sto urlando al deserto. Odio che non c'è nessuno che sente le mie urla e che non c'è nessuno che mi aiuti a imparare come smettere di urlare. Odio che quello a cui mi sono rivolto nella mia solitudine sta in una pipa o in una bottiglia. Odio che quello a cui mi sono rivolto nella mia solitudine mi sta ammazzando, mi ha già ammazzato o mi ammazzerà presto. Odio che morirò solo. Morirò solo nel mio orrore. Più di ogni altra cosa, tutto quello che ho mai desiderato è di essere vicino a qualcuno. Più di ogni altra cosa, tutto quello che ho mai desiderato è di sentire di non essere solo.

 - J. Frey, In un milione di piccoli pezzi.

2 commenti:

  1. In un milione di piccoli pezzi spacca.

    Anche se Frey è un cretino perchè l'ha pubblicato dicendo che era la sua autobiografia e poi, ovviamente, s'è scoperto che non era così.

    E si, bisogna essere molto cretini per pensare che sia una storia vera solo perchè te l'ha detto lui.

    Sempre di Frey, anche "L'ultimo testamento della sacra bibbia" è carino. Finchè non deraglia.
    bene, ciao.

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    1. Anche a me è piaciuto molto, tanto da averne letto il seguito. Penso che per quanto le storie possano ispirarsi a fatti realmente avvenuti, un briciolo di finzione viene sempre messa per rendere la narrazione più stimolante... senza arrivare ovviamente a casi di storie autobiografiche che si sono rivelate poi complete invenzioni (vedi JT Leroy, Misha Defonseca ecc.)
      Del libro ricordo in particolare il modo in cui l'autore ha scelto di scriverne la prima parte. Queste frasi brevissime, ripetitive, sempre le stesse. Molti hanno criticato il suo talento di scrittore, ai miei occhi invece quella scelta stilistica l'ha elevato. Trasmetteva perfettamente lo stato mentale di una persona alcolizzata, tossicodipendente. La confusione. La frammentazione nella percezione di se stessi e della realtà esterna. La difficoltà a mettere insieme tutto. Favoloso.
      L'ultimo testamento della sacra Bibbia me lo segno, grazie!

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