lunedì 29 settembre 2014

Spoiler

 Spoiler

Solo allora lo colpì, con dolorosa risonanza dell'animo, il ricordo del lontanissimo giorno in cui per la prima volta egli era salito alla Fortezza, dell'incontro col capitano Ortiz, proprio nello stesso punto della valle, della sua ansia di parlare con una persona amica, dell'imbarazzante dialogo attraverso il burrone.
Esattamente come in quel giorno, pensò, con la differenza che le parti erano cambiate e che adesso era lui, Drogo, il vecchio capitano che saliva per la centesima volta alla Fortezza Bastiani, mentre il tenente nuovo era un certo Moro, persona sconosciuta. Capì Drogo come un'intera generazione si fosse in quel  frattempo esaurita, come lui fosse giunto al di là del culmine della vita, dalla parte dei vecchi, dove in quel giorno remoto gli era parso di trovare Ortiz. E a più di quarant'anni, senza aver fatto nulla di buono, senza figli, veramente solo nel mondo, Giovanni si guardava attorno sgomento, sentendo declinate il proprio destino.
Vedeva roccioni incrostati di cespugli, canaloni umidi, lontanissime creste nude accavallantisi nel cielo, l'impassibile faccia delle montagne; e dall'altra parte della valle quel tenente nuovo, timido e spaesato, che si illudeva certo di non restare alla fortezza che per pochi mesi, e sognava una brillante carriera, gloriosi fatti d'arme, romantici amori.
- Dino Buzzati, Il deserto dei Tartari.

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