martedì 12 maggio 2015

Gli uomini non cambiano?


Parlavo, nei giorni scorsi, con un caro amico di una vicenda spiacevole capitatagli anni fa che ancora oggi gli provoca malessere al solo pensiero. Cerco sempre il positivo in ogni cosa, io, e anche lì, di fronte alle portate del pranzo che ci separavano, ci provai. Me ne uscii con una frase tipo: "Vedi, però, questa vicenda è stata molto brutta ma fondamentale per fare di te la persona che sei ora. Senza averla vissuta non avresti preso una certa piega.Quindi, forse, è stato un bene".
Lui piantò i suoi occhi cerulei nei miei e rispose: "No".
Come no? No.
"No. Vedi, penso che certe cose si possano capire senza passare necessariamente da esperienze così brutte e dolorose"

Esperienze così brutte e dolorose. Perchè serve una dimensione, in tutto. E una quantità. Non devo lanciarmi fra le fiamme di un fuoco per capire che è meglio non infilarci la mano.

Facebook quest'anno ha tirato fuori una cosina interessante. Accadde oggi. Ti puoi riguardare ciò che hai fatto negli anni scorsi senza andare manualmente a cercare. Io la sto sfruttando per raccattare tutte le citazioni che ho disseminato qua e là nel corso degli anni.

Oggi stavo ascoltando Mia Martini quando sono andata a riguardare le cose pubblicate nel corso degli anni. Ecco, proprio in fondo all'elenco delle pubblicazioni c'era quella roba lì, che ho messo a inizio post. E mentre il mio stomaco si chiudeva leggendo quelle parole, mi sono accorta che Mia si stava sgolando dicendo che gli uomini non cambiano. E nelle coincidenze non ci credo. O meglio, ufficialmente dico che ci credo, ma ufficiosamente io non credo nelle coincidenze e nel caso. Credo nel fato e in un Dio che talvolta ha un umorismo un po' del cazzo.

Vedi, penso che certe cose si possano capire senza passare necessariamente da esperienze così brutte e dolorose.

Questa è una vicenda di cui non parlo volentieri e che ho cercato in ogni modo di insabbiare, nei miei ricordi,  nonostante sia stata fondamentale per farmi diventare la persona che sono ora. L'ho insabbiata perchè mi crea insofferenza verso me stessa e verso la stupidità che ho avuto.
Giravo con un mio amico per Milano quando mi è arrivato l'ultimo sms ricevuto da lui.

"Morosa mi ha detto di scegliere tra lei e voi amiche. Situazione di merda grazie a chi non si fa i cazzi suoi"

A non farsi i cazzi nostri eravamo noi, ovviamente, colpevoli di aver cominciato a non vedere di buon occhio delle uscite della suddetta donzella e di averne parlato in un forum privato. Non lei, che dava della persona disponibile a destra e a manca e che era entrata nel forum segreto per scoprire cosa si dicesse sul suo conto. E nemmeno lui, che al forum segreto aveva accesso e che le diede le credenziali per entrare e leggere.
Già questo, probabilmente, avrebbe dovuto farmi aprire gli occhi. Ma ero una pischellina adolescente. Avessi avuto la testa che ho ora, con tutta probabilità, nemmeno avrei sprecato tempo a parlarne.

"Devi seguire il tuo cuore. Scegli ciò che ti fa stare bene e ti fa sentire felice"

Avevo pensato anche che chi ti ama veramente non si permette nemmeno lontanamente di importi decisioni del genere, ma a posteriori mi rendo conto che in tutto questo pasticcio, l'unico atto d'amore è stato quel mio messaggio, a cui seguì un silenzio. Per il resto fu solo una squallida sequela di insulti e accuse da entrambe le parti, con tanto di atti della donzella ai limiti della legalità che si trascinarono negli anni a seguire.

Il mio doveroso mea culpa, in verità, lo feci.
Ho (avevo) questa tendenza fastidiosa allo schierarmi. L'insofferenza verso le ingiustizie e la necessità impellente di aprire il becco per dire la mia, quasi facesse la differenza. Avessi tenuto il capo chino, non avessi detto che per me non era giusto che una ex fosse una troia così, per partito preso, che non era giusto che una cara amica fosse una puttana da tenere a distanza perchè non voleva farsi storie serie, fossi stata indifferente al fatto che la fidanzata lo trattava come la peggio pezza da piedi, con atteggiamenti che riflettevano benissimo i problemi psicologici che aveva, e lo avessi compatito quel poco che bastava quando lui si piangeva addosso, forse le cose sarebbero andate diversamente. Ma sarebbe stata solo finzione.
La verità è che nessuno ha sbagliato nulla, ma semplicemente noi tutti eravamo incompatibili per coesistere. Loro due erano fatti per stare insieme e lui era felice di stare con lei, nonostante i litigi, nonostante le richieste assurde, nonostante le imposizioni. E allora, perchè aprire bocca, se andava bene a lui?
I problemi cominciano quando una persona pretende che l'altro faccia ciò che è ritenuto più giusto per lui, senza tenere in considerazione che è l'altro a dover decidere ciò che è giusto per se stesso.
I problemi cominciano quando una persona si fa delle aspettative sull'altro e su come dovrebbe comportarsi nei confronti del mondo infarcendo il tutto di stucchevole idealismo.

Il mio insegnamento è stato:
Non importa da quanti anni una persona è nella tua vita e quanto è profonda la vostra amicizia. Nulla garantisce e nulla la obbliga a rimanerci o ad avere cura delle tue emozioni o del tuo benessere psicologico. Quella, semmai, è una finezza in più che una persona può avere. Ma non si può additare una persona come uno stronzo perchè non l'ha. Si può scegliere di non volerci avere più a che fare, semmai.

Avrei voluto impararlo senza che nessuno prendesse il mio cuore, lo gettasse a terra, lo calpestasse e permettesse a terzi di cagarci sopra. Davvero. Non era necessario. Ma Dio solo sa quanto mi è servito.


3 commenti:

  1. Mi sono chiesta se davvero sono così poco incline al perdono. Tante volte sono stata perdonata dagli altri per i miei errori, perché non riesco a farlo a mia volta? Ma il punto in questo caso non è perdonare un errore o meno, il punto è proprio quello che hai scritto tu: compatibilità o incompatibilità. Gli errori sono episodi isolati e uno può anche imparare dai propri errori, ma il carattere non lo cambi. Posso facilmente evitare di ripetere gli errori del passato ma, per quanto io mi sforzi, forse rimarrò per sempre una persona distratta che fa stronzate senza nemmeno accorgersene ed è probabile che io compia nuovi errori, diversi da quelli di prima, a causa della distrazione.

    E così è anche per gli altri. E io non mi sento compatibile con una bandierina che si lascia trascinare a destra e a manca dal vento più forte e, invece di riconoscere il proprio status di bandierina, dà la colpa del suo cambio di direzione al vento. Ragazzo mio, quando c'è il vento forte nemmeno le piante del mio balcone si rigirano su loro stesse, e sono solo piantine alte dieci centimetri. Fatti qualche domanda.
    Vabeh, vado ad innaffiare il basilico.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Si perdonano delle scuse sentite. Quando la mia scusa si basa sul presupposto che la colpa è di una terza persona, allora perde di significato e risulta solo offensiva per la sua stupidità.
      Poi, in termini umani, possiamo attaccarci al fatto che ogni persona ha la sua strada da percorrere e che alcuni possono non arrivare a cose per noi scontate ora, ma in futuro sì (tempi d'evoluzione e priorità delle strade diverse).
      Tornando al concreto, però, penso che l'incapacità di perdonare sia legata anche a delle scuse prive di valore.
      Che poi, se ci pensi, l'oblio e il far piazza pulita dei ricordi spiacevoli dalla propria vita è già una forma di perdono, ben diverso dal rancoroso rimuginare sui torti subiti. Sono dell'idea che non esiste dono più grande, per chi ha fatto del male, dell'essere dimenticati. Mai esistito. Mai successo nulla.

      ps- quest'anno anche io avrò il mio primo basilico :)

      Elimina