venerdì 27 aprile 2018

Tutti i miei personaggi...

Sto passando un periodo di ritiro dalle scene sociali e reclusione forzata per via di un esame. L'arrivo del caldo non aiuta e la voglia di rimanere chiusa in casa è veramente poca. Ho interrotto le letture di piacere a inizio gennaio. Guardo fuori dalla finestra tra una pagina e l'altra e sospiro. Mi vien voglia di dedicarmi ad altro.
Ritornano tutti i miei personaggi. Tutti quelli che ho amato e - mai lo avrei detto - anche quelli che ho snobbato o guardato sdegnosamente. Mi ritornano alla mente le parole di James Sveck quando dice "Sembrava che tutti fossero in grado di accoppiarsi, di unire le proprie parti in modi piacevoli e fecondi, ma nella mia anatomia e nella mia psiche c'era qualcosa di impercettibilmente diverso che mi divideva in modo irrevocabile dagli altri", il dottor Manhattan quando rivive-rivive- e rivive ancora il passato, il presente e il futuro in quel capitolo di Watchmen - il più bel capitolo di Watchmen - con il disincanto e la rassegnazione di chi sa, Spiegelman e la sua versione topesca di Maus. Già, Maus. Ho fatto arrivare lo speciale e non ho ancora avuto il tempo di guardarlo. Penso sia roba per veri feticisti e ho pensato - l'ho fatto veramente - che fosse una di quelle cose senza prezzo, da avere assolutamente in casa. I pensieri saltano velocemente da un argomento all'altro perchè in questo periodo l'unico vero filo conduttore che dà senso a tutto sono le pagine dei libri che studio. Il resto, il contorno, passa. Appare e viene subito dimenticato.



La faccia di Pif quando il minimalista gli dice che butta le tazze è meravigliosa. Lo sconcerto. Il tic nervoso agli occhi. Rifletteva un po' la mia. Quando ho visto questo episodio ho pensato ad un libro che aveva spopolato in Italia qualche anno fa e che avevo lasciato sul comodino con la promessa di finirlo prima possibile. Questa estate. Questa estate farò tutto. Per il momento mi limito a sognare momenti di ozio fatti di letture e tazze di tè...

Mood of the day...


lunedì 2 aprile 2018

Quando ti dici che nulla è cambiato...

... a 15 anni per fare la ribelle compravi le sigarette di nascosto. Le dividevi con le amiche e le si comprava a turno. Per non essere scopribile da mamma e papà usavi un linguaggio in codice che nemmeno il KGB... le chiamavi "le bionde". Parlavi al telefono con le amiche e con nonchalance lasciavi cadere lì un "allora le bionde le porto io?" passando quasi per una coinvolta in traffici di mignotte dell'est. Passano gli anni e ti ritrovi ai 30. Hai un lavoro, una casa, un gatto psicopatico e un tizio che misteriosamente si ostina a rimanerti a fianco. Insomma un'apparenza di normalità, come quella che avevi a 15 anni. E ancora conservi nel profondo il desiderio di fare quella che delle regole se ne fotte (francesismo voluto). Perchè alla fine, lo sai, resti un'impenitente monella. Le sigarette non le fumi più, ma la notte, anzichè dormire, cazzeggi su internet fino a tardi. Anche se dovresti studiare. Anche se la mattina alle 5 la sveglia suona.

Io sì che sono una vera ribelle.

(malemale, stiam messe male).